Bestiario d'amore
Il lancio dell'EP «Bestiario d'amore» ha avuto luogo alla Union Chapel di Londra il 14 febbraio 2020, giorno della sua pubblicazione. A questa data avrebbe dovuto fare seguito una lunga serie di concerti per tutta la primavera del 2020. Tuttavia, la comparsa del Coronavirus e le norme di sicurezza volte al suo contenimento hanno costretto alla cancellazione del tour programmato e prodotto da International Music and Arts. Sono stati svolti alcuni concerti nel 2020, dopodiché «Bestiario d'amore» è stato ripreso a giugno 2021.
Di seguito le date eseguite:
2020
14 febbraio / Londra (Inghilterra) / Union Chapel
21 febbraio / Taranto / Teatro Orfeo (con l’orchestra ICO Magna Grecia)
22 febbraio / Fasano (BR) / Teatro Kennedy (con l’orchestra ICO Magna Grecia)
23 febbraio / San Severo (FG) / Teatro Verdi (con l’orchestra ICO Magna Grecia)
27 febbraio / Carrara / Teatro Animosi
2 ottobre / Pesaro / Teatro Rossini
2021 e 2022
10 e 11 giugno / Parma / Arena Estiva Shakespeare del Teatro Due
17 giugno / Ravenna / Rocca Brancaleone
23 giugno / Roma / Circo Massimo
26 giugno / Gardone Riviera (BS) / Anfiteatro del Vittoriale
20 aprile / Milano / Teatro Lirico
21 aprile / Pavia / Teatro Fraschini
21 maggio / Pisa / Teatro Verdi
23 maggio / Torino / Teatro Regio
23 luglio / Veleia Romana (PC) / Area archeologica
24 luglio / Bergamo / Lazzaretto
23 giugno 2021. «Bestiario d'amore» al Circo Massimo
Video di Simone Cecchetti ed Emiliana Aligeri.
Pandemonium
Se la tournée di «Bestiario d'amore» ha dovuto subire un brusco arresto, l'estate 2020 di Vinicio Capossela non è stata priva di concerti. Infatti, è stato il momento di proporre un tour dal titolo «Pandemonium», durante il quale il cantautore è stato accompagnato da Vincenzo Vasi.
Da Pan, tutto, e demonio: tutto demonio, in opposizione a pan theos, tutto Dio.
Dunque un concertato per tutti i demoni, accompagnato da un insieme di strumenti musicali che insieme evocano il Pandemonium, mitico strumento gigantesco, del tipo dell’organo da fiera, completamente realizzato in metallo. A costruire il “Pandemonium” sembra siano stati i sudditi del re Laurino, esseri di piccola statura, abitanti di un regno sotterraneo in grande confidenza con l’estrazione mineraria. Questa origine ctonia conferirebbe un tono grave allo strumento che tiene a bassa quota lo spirito relegando ritmi e armonie a una dimensione infera, primitiva; i suoni che da esso si propagano non si elevano al cielo, ma sembrano sprofondare nella terra, a tiro del fuoco perenne, in un rimestamento che è lavorio della memoria continuamente sollecitata al fuoco bianco.
"Pandemonium” è anche il nome della rubrica quotidiana tenuta da Capossela durante il periodo di isolamento quarantenale, sorta di almanacco del giorno, che indagava le canzoni e le storie che ci stavano dietro mettendole in connessione con le storie di una attualità apparentemente immobile, ma in continuo cambiamento.
Pandemonium è un concerto narrativo con canzoni messe a nudo, scelte liberamente in un repertorio che, nel 2020, ha compiuto trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco «All’una e trentacinque circa» (1990).
Il tour
Queste le date della tournée «Pandemonium», prodotto da International Music and Arts:
17 luglio / Ravenna / Ravenna Festival
24 luglio / Arezzo / Arezzo Music Fest
1 agosto / Piombino (LI) / Porticciolo di Marina
2 agosto / Castiglioncello (LI) / Castiglioncello Festival
4 agosto / Gubbio / Gubbio Oltre Festival
5 agosto / Servigliano (FM) / NoSound Fest
6 agosto / Tagliacozzo (AQ) / Festival di Mezza Estate
7 agosto / Bitonto (BA) / Luce Music Festival
8 agosto / Fasano (BR) / Locus Festival
9 agosto / Castro Marina (LE) / Sud Est Indipendente Festival
11 agosto / Diamante (CS) / Fatti di Musica Festival
12 agosto / Zafferana Etnea (CT) / Sotto il vulcano
7 settembre / Verona / Rumors, Estate Teatrale Veronese
12 settembre / Cividale del Friuli (UD) / Mittelfest 2020
Note dell'autore
«Il demone a cui mi riferisco in questo Pandemoium è il dáimōn dei greci. L’essenza dell’anima imprigionata dal corpo che è il tramite tra umano e divino. Il destino legato all’indole, e quindi al carattere. Pan Daimon, tutti i demoni che fanno la complessità della nostra natura, tutte le stanze di cui è composto il bordello del nostro cuore.
Il Pandemonium è la somma delle nature nelle loro contraddizioni. Per esempio, ambire all’unione e allo stesso tempo coltivare la clandestinità, avere tensione alla spiritualità e dissiparsi nella carne, ambire all’unità e andare in mille pezzi. Un luogo in cui tutte le nature del nostro carattere hanno voce per esprimersi. Nature che generano cacofonia, il pan panico, la confusione del tutto quanto, l’entropia incessante che ci fa continuamente procedere e separare. Tutti i dáimōn, come in un vaso di Pandora liberati nell’isolamento e nell’insicurezza che ci ha colti nella pandemia. Nuove e antiche pestilenze.
Ma allo stesso tempo il dáimōn è l’angelo, l’entità che fa da ponte col divino. Perché un po’ di divino nell’uomo c’è, pure se impastato col fango e il dáimōn lo rimesta e solleva.
Ho sentito parlare di questo enorme strumento, un grande organo fatto di metalli estratti dalle viscere della terra, dalle creature intraterrestri, i nani che battono e forgiano nelle cavità ctonie, il cui rimbombo ci raggiunge col brontolare del tuono, e provoca il frastuono. Il disordine continua il suo lavoro, fino nelle fibre dell’invisibile e ci modifica incessantemente. Noi cerchiamo di mettere un po’ di ordine, salvare qualche emozione pura, forgiandola in canzone e suonandola in solitudine. Una solitudine amplificata. C’è sì un compagno, un rumorista intraterrestre, Vincenzo Vasi, ma è lì per fare sentire la mancanza dell’orchestra, non per colmarla. Funge da amplificatore di echi nella solitudine della pancia della balena, durante l’eclissi. Amplifica le sue volte, le sue caverne e i suoi strati. Batte i metalli delle piastre del vibrafono e li fa espandere, come la goccia provoca cerchi quando cade. Suona le voci fantasma nascoste nel Theremin e rigenera i suoni del mondo.
E poi c’è l’intimità del colloquio, così come è avvenuto nella distanza. La narrazione che svela le storie e gli scheletri negli armadi delle canzoni. Un repertorio scelto di volta in volta nei cunicoli scavati in trent’anni di canzoni. Questa è l’intimità che si propone il nostro incontro pandemoniale in musica nell’estate dei ruggenti anni venti venti».
Vinicio Capossela