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2015 Il paese dei Coppoloni e Qu'Art de Siècle
2015

Il paese dei Coppoloni e Qu'Art de Siècle

Da dove venite? A chi appartenete?

Pubblicazione: 31 marzo 2015

Editore: Feltrinelli

Presentazione: Libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte in Milano, 9 aprile 2015

Riconoscimenti: Premio Carlo Levi, finalista Premio Strega

 

 

...Cosa andate cercando? Così si chiede al cantante-narratore nelle terre dei Padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro “stortinomi”, immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore di camion", Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Capodiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. 

Il viandante deve rispondere, con il lettore, a un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. 

Sulla scorta di Carlo Levi ed Ernesto De Martino, Vinicio Capossela scrive, con «Il paese dei Coppoloni», un'opera in cui la realtà è visibile solo dietro il velo deformante di un senso grandioso, epico dell'umana esistenza, di un passato che torna a popolare di misteri e splendori l'opacità del nostro caos. 

Il tempo non si è mai sposato, per questo fa quello che vuole

(Ecco l’ultima frase aggiunta a furia di ‘ncasa ca trase. È arrivata da lontano, per affetto, ed è finita, rubata, in bocca a Micalina, che tutta la sapienza della procedura degli sposalizi che sponzano come baccalà, ha mandata a memoria chiusa nella cascia del suo corredo, riposto per l’eternità).

Il tempo… Ma quale tempo? Quello del sacro? Quello profano... Quello mondano? Quello immobile del mito, o quello che divora ogni cosa?

Sono molti i tempi che attraversano, e che si sono anche stratificati nella scrittura, di questo «Paese dei coppoloni».

In copertina c’è un quadro di Rocco Briuolo in cui è raffigurato questo grande orologio, che i paesani dell’Eco chiamano “la Relogia”. La Relogia ha le lancette ferme alle otto meno venti. L’ora in cui finì un mondo... Quello della civiltà contadina, che morì il 23 novembre 1980, col tremamento della terra.

A me pare molto indicativo che quell’orologio ora segni un tempo fermo. È proprio in quel tempo fermo che ho sguazzato in tutte queste pagine nel tentativo di portare la menzogna della realtà, alla verità dell’immaginazione. Mi sono anche sentito in colpa come un ammutinato a rimanermene così, al riparo di quelle lancette ferme. A non sposarsi con l’attualità, che è una moglie del tipo delle marescialle, delle donne petrose a cui questi uomini hanno consegnato le chiavi del recinto loro.

 

È stato un sogno ripararsi a quelle lancette, l’ho fatto durare a lungo... Diciassette anni. Spero possa proteggermi ancora, anche ora che gli si è data una fine.

I “canitrani”, paesani dell’Eco, non mettono le vocali alla fine delle parole forse per quello, perché non amano la fine... Vituccio il conserviere riutilizza e incanala tutto in un eterno ritorno, in un moto perpetuo, forse perché anche lui non ama la fine.

Oggi sto dando una fine. Perché una vita cominci occorre che un’altra muoia, così la sposa porta il lutto della ragazza, il ragazzo porta il lutto del bambino, e il vecchio porta il lutto dell’uomo.

Però mi sento sgravato. Ho messo al riparo tutto quello che andava salvato. Un certo vento, una certa luna, una certa licantropia. Un’aria ampia che viene dal 1998, quando ho cominciato a scriverlo, quando ho ricominciato ad aggirarmi per le contrade dell’Occhino, con i baffi aguzzi oltre lo sterpo. Per dividere con chi amavo un immaginario. E così ho continuato a fare.

 

È possibile che si perda nella disattenzione, ma l’osso c’è: è un osso di carta, caduco certo, al capriccio del pubblico e dell’editore... Il libro stampato temo non mi apparterrà, ma questi fogli sì. Li andrò a bruciare sulla fonte del Guarramone, in sacrificio al Guarramonio, il dio del disordine e del baccano, che si fa a pezzi per potere rinascere.

La vita ci è passata dentro, in forma di sogno, quella che non sporca con il suo ingombro.  Ha riscaldato il ferro... Ha fatto passare la notte... Come il vino di Compavicenzo… Come le parole di Armando Testadiuccello... Come la mole di Camoia, come tutta la grande epica di chi è venuto prima e ora vive sulle bocche degli altri, come gli spettri e le creature della cupa, che si fanno vedere da uno solo alla volta per non essere credute.

23 febbraio 2015

Vinicio Capossela

Booktrailer de «Il Paese dei Coppoloni»
Le presentazioni

«Il Paese dei Coppoloni» è stato presentato in tutta Italia - e non solo - sia sottoforma di dialoghi, sia di veri e propri reading. Di seguito le date delle presentazioni: 

 

9 aprile / Milano / Libreria Feltrinelli

10 aprile / Genova / Libreria Feltrinelli

13 aprile / Firenze / Libreria Feltrinelli

14 aprile / Roma / Libreria Feltrinelli

15 aprile / Bologna / Libreria Feltrinelli

16 aprile / Reggio Emilia / Libreria All'Arco

20 aprile / Venezia / Pescheria Rialto

21 aprile / Venezia / Cultural Flow Zone

23 aprile / Rende (CS) / Teatro Auditorium Unical

 

16 maggio / Torino / Salone del Libro

20 maggio / Bari / Libreria Feltrinelli

22 maggio / Cesena / Chiostro di San Francesco

 

3 giugno / San Salvatore Telesino (BN)

4 giugno / Cagliari / Piazza Palazzo

5 giugno / Massa / Castello Malaspina

7 giugno / Urbana (PD) / Ex Monastero di San Salvaro

11 giugno / Modena / Giardini Ducali

13 giugno / Napoli / Via Pisanelli

18 giugno / Macerata / Teatro Lauro Rossi

22 giugno / Salerno / Largo Barbuti

27 giugno / San Daniele del Friuli (UD) / Piazza della Letteratura

 

3 luglio / Viterbo / Piazza San Lorenzo

20 luglio / Cotignola (RA) /

 

23 agosto / San Donato Val di Comino (FR) / 

 

4 settembre / Matera / Piazza San Giovanni

 

9 novembre / Londra (Inghilterra) / Istituto italiano di Cultura

12 novembre / Berlino (Germania) / Istituto italiano di Cultura

16 novembre / Catania / Università degli Studi di Catania - Monastero dei Benedettini

A novembre 2021 è stata pubblicata una ristampa del «Paese dei Coppoloni», sempre edita da Feltrinelli, con una nuova copertina, la quale mostra una composizione fotografica del territorio di Calitri realizzata da Francesca Leoncini. 

Vinicio Capossela - Nel Paese dei Coppoloni

Nei giorni 19 e 20 gennaio 2016 sul grande schermo è stato proiettato il film «Vinicio Capossela - Nel paese dei Coppoloni», un ponte tra le pagine de «Il paese dei Coppoloni» e le musiche di «Canzoni della Cupa», da cui è estratta la colonna sonora del film. Si tratta di una produzione laeffe, PMG e La Cùpa e distribuita da Nexo Digital. Il 9 giugno 2016 è stata pubblicata anche la versione in dvd sempre per laeffe. 

«Vinicio Capossela - Nel paese dei coppoloni» è un viaggio cinematografico, geografico, musicale e fantastico narrato, cantato e vissuto in prima persona dal cantautore in quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato l'ultimo romanzo di Capossela e da cui trae linfa il materiale del suo disco di inediti «Canzoni della Cupa». Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l'eco e il suono se gli si presta orecchio e ci si dispone al sogno. 

Il film si svolge in Alta Irpinia, in quelle terre dell'osso in cui un paese ci dice di tutti i paesi del mondo, tra trivelle petrolifere e case abbandonate, pale eoliche e vecchie ferrovie, boschi, animali selvatici e paesaggi incontaminati. Sono questi i luoghi in cui l'ispirazione letteraria e musicale di Vinicio Capossela è diventata realtà, restituendo il ritratto di un'Italia forse perduta e dimenticata, ma che ancora oggi vuole raccontare la sua storia e la sua energia: le voci, i volti, i personaggi, le tradizioni popolari, gli sposalizi, le musiche che percorrono le vene dei sentieri della Cupa, le litanie delle mammenonne, le cumversazioni in piazza, le chiacchere dal barbiere, le passeggiate sui sentieri dei muli, la Natura selvaggia e resistente. 

Un luogo immaginario che diventa reale, uno spazio fisico che si trasforma in pura immaginazione. Un'occasione unica per seguire il «musicista viandante» Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto. 

Trailer di «Nel Paese dei Coppoloni»
QuArt de Siècle

Nel 2015 sono occorsi i primi venticinque anni di carriera di Vinicio Capossela. È stata l'occasione per intraprendere un tour europeo ed italiano volto a ripercorrere canzoni ed esperienze maturate in questi anni di musica. Entrambi i tour sono stati prodotti da Ponderosa. 

 

Il tour europeo è partito il 5 ottobre 2015 dal magnifico teatro ottocentesco Des Bouffes du Nord di Parigi; ad accompagnare di volta in volta l’artista nei più straordinari teatri e club del vecchio continente ospiti speciali incontrati lungo il cammino.

Cantore, band leader, songwriter, chansonnier e intrattenitore. Compositore di libri e scrittore di canzoni. Vinicio Capossela festeggia il vincolo con l’arte altisonante per natura, la musica. Venticinque anni di carriera, un quarto di secolo bello e buono.

Un arco di tempo teso e vibrante, a scoccare parole. Quattordici dischi, centinaia di canzoni, migliaia di concerti e poi romanzi, documentari, racconti, infiniti progetti e un disco in uscita. Un lungo percorso, umano e artistico, evocato in un breve tour europeo per tappe salienti: Parigi, Berna, Bruxelles, Girona, Madrid, Berlino, Londra. Città come momenti. Un abbraccio di date nel vecchio continente dei ricordi, in straordinari club e teatri  dove la memoria cova ancora.

L’unicità di queste esibizioni consiste nella loro differenza. Un personale canovaccio musicale la cui integrità è garantita dalle variabili: Mario Brunello, Pascal Comelade, Marc Ribot, Victor Herrero, Cabo San Roque e La Banda della Posta sono mirabili capoversi di alcune delle pagine più entusiasmanti di tutta la vicenda.

Questo tour europeo racconta una storia, e ogni concerto è un capitolo a parte. Sonetti, serenate, marcette, gran balli, classici dimenticati, lamenti e pezzi di profondità. Brani corali e d’euforica solitudine. Uno spettacolo di varietà. Di grande varietà. Pirotecnici capovolgimenti di fronte in un turbinio di suggestioni. Non sai mai dove si andrà a parare. Piano bar, folk ancestrale, ballate desertiche: ogni esibizione è una vera sorpresa.

Testimone uditivo del comune sentire, Capossela compone la meraviglia in una geografia sonora, fisica e politica. Sempre a caccia dello spettro armonico e del repertorio delle sue anime. Diverse ma figlie dello stesso spirito, come canzoni. Quelle di Vinicio sono radici che camminano.

Questa è l’occasione per meglio conoscere il mondo di quest’artista pluridecorato, performer di viscerale istintività. Autore di storie miniate, magicamente condensate nell’astuccio delle canzoni. Si parla di ascese vorticose e cadute edificanti, che solo la musica consente di avvicinare. Pochi precisi accordi e anche le sconfitte suonano bene. Sono canzoni proverbiali.

E questi sono concerti speciali, date uniche e irripetibili. Come questi venticinque anni passati a cambiare d’abito per non cambiare pelle.

 

Jacopo Leone, Qu'Art Director

 

Queste le date, prodotte da Ponderosa: 

 

5 ottobre / Parigi (Francia) / Les Bouffes du Nord / con Mario Brunello e Pascal Comelade

16 ottobre / Berna (Svizzera) / Bee-Flat / con Banda della Posta

18 ottobre / Bruxelles (Belgio) / Ancienne Belgique / con Banda della Posta

25 ottobre / Girona (Spagna) / Auditori de Girona / con Cabosanroque

27 ottobre / Madrid (Spagna) / Teatro Calderon / con Victor Herrero

 

10 novembre / Londra (Inghilterra) / Clapham Grand / con Marc Ribot

11 novembre / Berlino (Germania) / Astra Kulturhaus 

29 novembre / Salonicco (Grecia) / Mavri Tripa

 

Per questa occasione, Jacopo Leone ha concepito diverse locandine, ognuna ad hoc per ciascuna data, nata dalla composizione di alcune fotografie del cantautore. 

 

Nel corso del tour, Capossela è stato impegnato anche in alcune presentazoni dei suoi libri, tra cui l'ultimo romanzo «Il paese dei Coppoloni» il 17 ottobre a Bruxelles alla libreria Piola libri, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Bruxelles, e il 12 novembre all’Istituto italiano di Cultura di Berlino, oltre alla versione in spagnolo di «Tefteri» presentata il 26 ottobre all'Istituto Italiano di Cultura di Madrid. 

Un giro di polka per il continente

La musica, il tempo in musica, si divide in quarti. Di solito il primo quarto è in battere, e il secondo è in levare. Per quanto mi riguarda, il primo quarto ha battuto parecchio, una vera battuta di caccia, una campagna di stramberie. Ora mi aspetto di cambiare tempo, e iniziare a frequentare il “levare”: togliere, asciugare, levare appunto, ridurre le cose all’essenziale, che, dicono, è il grande vantaggio di invecchiare: imparare a distinguere quello che è importante da quello che non lo è. 

 

 

Mi guardo indietro e rivedo torme di ussari, divise, capitolazioni, campagne contro schiere di fantasmi in rotta… À l’attaque! E poi amicizie di gioventù, amori, addii laceranti, purezza perduta, infranta, pianoforti a lame, coliche di immaginazione. Parole d’altrove, tanghi, morne, bolero. E poi mari in tempesta, mari cupi, creature subacquee, Ulisse, Giobbe, Polifemo, fuochi fatui accesi sulle vele, come candele; e poi taverne, mangas, rebetes, mariachi, serenate, silenzi d’America, freak shows, giganti, maghi, e trebbiatrici volanti, inventori scafandri, palombari, automobili in corsa, body guards, maleameriche, e poi ancora amici scomparsi, figli non avuti, paesi abbandonati, banditi della posta, stazioni senza più treni, ballate rurali, il minuscolo nascosto nel gigantesco.

E insomma, eccoci arrivati al crucistrada, al giro di boa, al passo montano: qui finisce il tempo in battere, da cui inizia il tempo in levare. 

 

Il passo arriva nell’anno in cui ho pubblicato il libro. In copertina c’è un orologio con le lancette ferme. Così, anche in musica, per un breve istante voglio fermare quelle lancette anch’io. Tenerle ferme sul quarto del primo quadrante. Facciamo all’una e un quarto (24+1=25) e fare girare la geografia anziché il tempo, intorno a quel quarto fermo. E concederci un giro di polka per il continente, una specie di giochi senza frontiere. Svizzera, Francia, Belgio, Germania, Inghilterra, Spagna. Una manciata di date, a cui presto aggiungeremo le più sentimentali, quelle dove il cuore si è fermato, Salonicco per esempio, da affrontare in solitaria. Sarà un giro di ballo con qualche ospite speciale, frammenti di perle, fortune dell’incontro, che a volte la strada regala al viandante, e una banda essenziale e ossuta, forgiata negli anni. Repertorio libero. Antologico. A spasso nel tempo. Inganneremo il tempo sospendendolo sul battere, prima del levare. L’anno prossimo ne vedremo delle belle, anzi, delle Cupe. Ma per ora, un po’ di qu arte di secolo. Unò duè, Unò duè. À la marche, se Dio vuole, à Paris. Si parte sempre da lì, la culla del sogno.

 

 

Vinicio Capossela

5 ottobre 2015, Parigi

La prima data del tour «Qu'Art de Siècle» si è svolta a Parigi, presso il celebre teatro ottocentesco Les Bouffes du Nord. Oltre ai suoi musicisti, Vinicio Capossela è stato accompagnato dal violoncellista Mario Brunello e dallo sperimentatore francese Pascal Comelade. 

Il concerto

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Questa l'esibizione del debutto di «Qu'Art de Siècle», tenutasi il 5 ottobre 2015 a Parigi, con Vinicio Capossela, Mario Brunello e Pascal Comelade.

 

SCALETTA

Fuggite amanti amor

Ogni van chiuso

Bardamù

Decervellamento

I pianoforti di Lubecca

Modì

Non è l'amore che va via

Le case

Corvo torvo

L'affondamento del Cinastic

Il paradiso dei calzini

Con una rosa

Pryntyl

Marajà

Contratto per Karelias

Abbandonato

Lord Jim

Lanterne Rosse

Le pleiadi

S.S. dei Naufragati

Ovunque Proteggi

Le sirene

Nella pioggia

All'una e trentacinque circa

 

16 ottobre, Berna; 18 ottobre, Bruxelles

Durante questi due spettacoli, tenutosi in territorio svizzero e belga, Vinicio Capossela si è esibito con la Banda della Posta, di cui nel 2013 aveva prodotto il disco e con cui ha intrapreso un tour durante il 2013 e il 2014. 

Il concerto

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Registrazione audio del concerto del 16 ottobre a Berna con Banda della Posta. 

25 ottobre, Girona; 27 ottobre, Madrid

Durante le due tappe spagnole, Vinicio Capossela si esibisce con due diversi ospiti: nella prima, con l'orchestra meccanica dei Cabosanroque, nella seconda con il musicista Victor Herrero. Di seguito una gallery dei due eventi e un ricordo audio. 

Il concerto: Vinicio Capossela e Cabosanroque

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Registrazione audio del concerto del 25 ottobre 2015 a Girona con Vinicio Capossela e Cabosanroque. 

 

SCALETTA

Bardamù

Polka di Varsavia

Dalla parte di Spessotto

Decervellamento

Suona Rosamunda

Con una rosa

Il paradiso dei calzini

Polpo d'amor

Canzone a manovella

Pryntyl

Marajà

La balena Goliath

Le pleiadi

Signora Luna

La lancia del Pelide

Non trattare

Il ballo di San Vito

L'uomo vivo (Inno al Gioia)

Modì (in Catalano)

Le semplici cose

10 novembre, Londra

L'ospite dell'unica data inglese di «Qu'Art de Siècle» è il chitarrista americano Marc Ribot. 

Il concerto. Vinicio Capossela e Marc Ribot

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Registrazione audio del concerto del 10 novembre 2015 a Londra di Vinicio Capossela con la sua band e Marc Ribot. 

 

SCALETTA

Accolita dei rancorosi

L'oceano oilalà

Billy Budd

Lord Jim

Marajà

Contratto con Karelias

Con una rosa

Corvo torvo

Tanco del Murazzo

La notte se n'è andata

Il paradiso dei calzini

Che coss'è l'amor

Abbandonato

Ultimo amore

Signora Luna

Non trattare

Brucia Troia

Ovunque proteggi

Nella pioggia

11 novembre, Berlino

Per l'unica data tedesca di «Qu'Art de Siècle» non ci sono ospiti, ma Capossela ha rilasciato un'intervista alla Radio tedesca Funkhaus Europa durante la trasmissione «La dolce vita», dedicata alla musica italiana. Durante questo appuntamento, egli ripercorre i primi venticinque anni di carriera. 

Funkhaus Europa: La dolce vita, speciale Vinicio Capossela

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Registrazione della radiotrasmissione tedesca in cui Vinicio Capossela è stato ospite per ripercorrere la sua carriera.

29 novembre, Salonicco

La tappa greca del «Qu'Art de Siècle» si è tenuta alla Taverna Mavri Tripa di Salonicco. Durante questo spettacolo, Capossela è stato accompagnato da Manolis Papos e Dimitris Mystakidis. Insieme, hanno eseguito brani tratti dal repertorio di rebetiko.

Qu'Art de Siècle - tour italiano

Dopo lo straordinario riscontro del pubblico europeo, il tour, organizzato dall’agenzia Ponderosa, è approdato in alcuni magnifici teatri italiani in cui l’artista si è esibito con concerti unici, irripetibili dettati da un repertorio sempre diverso, scelto con cura rispetto al luogo, agli ospiti e alla memoria. Allo stesso modo, Jacopo Leone ha ideato una locandina unica per ciascuna esibizione. 

Di seguito le date:

 

15 novembre / Catania / Teatro Bellini / Solitudini

12 dicembre / Milano / Teatro dal Verme / Coup de Canon!!

20 dicembre / Venezia / Teatro La Fenice / Naufragi

21 dicembre / Roma / Teatro dell'Opera / Fantasmagorie

 

È rientrato nei festeggiamenti del Qu’Art de Siècle anche l’incontro «Parole», tenutosi il 7 dicembre al Teatro Filarmonico di Verona, una conversazione musicale con la partecipazione d’eccezione di Mario Brunello, in cui Vinicio Capossela ha ripercorso, insieme al giornalista Enrico De Angelis, i suoi 25 anni di incessante attività.

15 novembre, Catania

Il primo appuntamento della tornata italiana di «Qu'Art de Siècle» si è tenuto al Teatro Bellini di Catania. Qui, Capossela si è esibito da solo, pianoforte e voce, per un concerto intimo. 

 

Ha dichiarato: «Sarà il mio primo e unico concerto in solitudine. Da solo al pianoforte. Non che sia un polistrumentista, ma dedico un certo tempo a mettere insieme formazioni musicali, tanto per le registrazioni quanto per la musica dal vivo. Ho maturato una certa esperienza in fatto di collaborazioni e incontri, ma l’affrontare a nudo un teatro è per me un’esperienza inedita. Temo sarà piuttosto forte, anzi spinta, quasi a luci rosse. Sarà come togliersi i vestiti di dosso, come farsi confidenze eccessive, come essere nudi con la luce accesa. Ma mi ha convinto Jacopo Leone, l’idea del suo splendido festival Efestiade, che da qualche anno fa arrivare a Catania grandissimi artisti, in luoghi inconsueti, quasi clandestini, a eseguire straordinari concerti a solo.

Le canzoni nascono al pianoforte, e poi gli si edifica tutto un edificio sopra... Gli archi, il theremin, la ritmica, la banda... In questo caso sarà come fare loro la radiografia, bisognerà venire attrezzati di monocolo, di lente di ingrandimento. Per il momento è uno spasso studiare le mie canzoni al piano, che sono peraltro gli unici pezzi che sono in grado di suonare, posso anzi affermare di essere il miglior pianista per le mie canzoni. Ma una volta al Bellini, quando mi guarderò intorno per dare l’attacco e non ci sarà nessuno... Beh, quello sarà uno strano momento».

 

E inoltre: «Essendo un concerto di solo piano, il repertorio sarà dettato dai brani che hanno più resa con lo strumento. Ma non si può trascurare certo il luogo in cui si è, e quindi saranno canzoni che hanno a che fare anche con il mare, con la pescheria, con il mito e il vulcano, con i ricordi delle nottate di gioventù al Nievski, quando venire a Catania era andare nella Seattle italiana. E poi sarà un’emozione eseguire una versione scarnificata de «La marcia del camposanto» nella città in cui è nata».

 

(tratto da «La Sicilia», 8 novembre 2015).

12 dicembre, Milano

Il 12 dicembre, al Teatro Dal Verme di Milano, si è tenuto lo spettacolo «Coup de Canon!!» in cui è stato risuonato «Canzoni a manovella» con i musicisti che avevano collaborato, quindici anni prima, alla realizzazione dell'album: Achille Succi, Giancarlo Bianchetti, Edoardo De Angelis, Enrico Lazzarini, Mirko Mariani, Mauro Ottolini e Vincenzo Vasi. 

 

È stato scelto il Dal Verme poiché proprio in questo teatro, il 21 aprile 1914, ebbe luogo la prima esecuzione pubblica dell'Orchestra di Intonarumori. Durante tale serata, «che fu veramente memorabile, furono soprattutto dei professori e dei musicisti passatisti che dalle loro poltrone iniziarono il baccano, e furono essi i più violenti nell’inveire e nell’insolentire. Furono però raggiunti dai pugni formidabili e infallibili dei miei amici futuristi che mentre io continuavo a dirigere l’ultimo pezzo «Convegno d’automobili e d’aeroplani» piombarono in platea e impegnarono una terribile mischia che continuò poi anche fuori dal teatro.»

(tratto da «L'arte dei rumori» di Luigi Russolo)

20 dicembre, Venezia

Il concerto tenuto al Teatro La Fenice di Venezia ha avuto il titolo di «Naufragi», sul tema del mare. Capossela è stato accompagnato dal violoncellista Mario Brunello.

Il concerto è stato così descritto: «Cronaca di un naufragio che profuma di balere, vino e corallo. Di quando perdere la rotta e andare a picco, puntando verso mete non stabilite, può far scoprire che nell’abisso è tutto uno spasso. È questo l'invito di un emozionato Vinicio Capossela, poco dopo aver raggiunto un palco sommerso da chitarra, armonium, banjo, theremin, batteria, archi e percussioni, in uno dei teatri di maggior prestigio in Italia e nel mondo, La Fenice di Venezia, già sold out oltre un mese prima della data del concerto. 

 

Perché quella di oggi è una festa, la celebrazione di venticinque intensissimi anni di carriera in uno dei quattro speciali appuntamenti italiani nei teatri all’interno del tour europeo «Qu’art de Siècle», partito lo scorso ottobre da Parigi. E, poiché in un naufragio è bene avere un albero maestro a cui aggrapparsi, il cantautore di Hannover ha scelto con grande cura gli ospiti della serata, coinvolgendo  il violoncellista classico, “polena fissa” Mario Brunello e il violista Danilo Rossi nella “miglior ciurma musicale avuta in venticinque anni di carriera” (Vincenzo Vasi a theremin, campionatori, marimba e voce, Alessandro Stefana a chitarra, banjo e armonium, Glauco Zuppiroli al contrabbasso, Mauro Ottolini a trombone e conchiglie e Zeno De Rossi alla batteria).

 

Due bottiglie in ghiaccio sotto al pianoforte, una miriade di cappelli e costumi, coriandoli, scialuppe e profezie: si salpa con “Bardamù” e la fischiettante “L’oceano olalà”, proseguendo con “Canzone a manovella” e puntando a Oriente con “Marajà” –dedicata alla lotta contro il passaggio delle grandi navi in laguna - e le acquatiche “Pryntyl” e “Polpo d’amor” (diventato per l'occasione un "Folpo d'amor", come nel dialetto veneziano più autentico), seguite da una delicatissima “Lanterne Rosse”. Se ogni concerto è stato pensato in stretto legame con la città in cui è ospitato, qui non può mancare una intensa versione di “Parla piano” – scritta per la colonna sonora del film di Valerio Mieli “Dieci inverni”, girato tra Venezia e Mosca -, la cui atmosfera rarefatta è presto sostituita dalle dondolanti “Corvo Torvo” e “Solo mia”. A introdurre una vibrante “La lancia del Pelide” l’imitazione del suono del duduk armeno realizzata dalla viola di Rossi, e poi ancora “Le pleiadi”, “La Madonna delle conchiglie” (in cui Ottolini suona realmente alcune meravigliose conchiglie), “Santissima dei naufragati”, i bis “Los mareados” e “Le sirene”. Le note fragili, dolci ed emozionate di "Ovunque proteggi" sono il ricordo che i musicisti, guidati da Capossela, dedicano a Valeria Solesin, veneziana tra le vittime dell’attacco terroristico al Bataclan di Parigi dello scorso novembre.

 

Quello di Capossela è un concerto di grande livello, tre ore marine suonate con tutta la passione di un’ebbrezza allegra, una piena qualità degli arrangiamenti e una dichiarata vicinanza alla città e ai suoi delicati e colorati equilibri, mescolati in un immaginario tra mitologia e leggenda, sirene da cui lasciarsi sedurre e orchestre a gettoni, pensieri delicati e ricordi di scorribande veneziane e viaggi verso Est. Uno spettacolo elevato, importante e multiforme: naufragando tra imprevedibili e scintillanti correnti, non possono che scrosciare "applausi di pinne e di bolle/ nel fondale spettacolare/ dell’abisso musicale".

 

(Giulia Callino, su Rockit)

21 dicembre, Roma

L'ultima tappa del tour italiano «Qu'Art de Siècle» si è tenuta al Teatro dell'Opera di Roma, durante la quale Capossela è stato accompagnato dall'Orchestra Maderna, diretta dal M° Stefano Nanni, autore anche degli arrangiamenti musicali adottati. Il tema era quello delle «Fantasmagorie», tema ben adatto ad un'esecuzione orchestrale.