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2024 Sciusten Feste n.1965 e Natale Fuori Orario

2024
Sciusten Feste n.1965 e Natale Fuori Orario

Sciusten Feste n.1965

Pubblicazione: 25 ottobre 2024

Registrazioni: Esagono (Rubiera - RE) da Niccolò Fornabaio e Alessandro “Asso” Stefana. Assistenti di studio: Stefano Riccò e Francesco De Nisco. Registrazioni aggiuntive presso La Cùpa (Milano) e Wunder Kammer a cura di Alessandro “Asso” Stefana. Mixato da Taketo Gohara e Alessandro “Asso” Stefana. Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà (Tredozio – FC).

 

Produzione artistica: Vinicio Capossela e Alessandro “Asso” Stefana

 

Produzione esecutiva: La Cùpa

 

Produttore onorario: Franco Bassi

 

Segreteria di produzione: Irene Sciacovelli

 

Edizioni: La Cùpa

 

Coordinamento discografico: Franz Cattini (International Music and Arts)

 

Ufficio legale: avv. Patrizio Visco

 

Arrangiamenti fiati di Achille Succi e Michele Vignali. 

 

Arrangiamenti Sciusten Feste n.1965 Il Guastafeste; arrangiamento voci Conforto e gioia (God rest you merry gentlemen) di Raffaele Tiseo.

 

Hanno suonato: Giancarlo Bianchetti (chitarra elettrica), Vinicio Capossela (voce, pianoforte, farfisa, piano Fender Rhodes, friscaletto), Teo Ciavarella (armonio, Wurlitzer Theatre Organ, marimba, organo, tastiere, organo Hammond, orchestra, celesta), Greg Cohen (contrabbasso, voce fuori campo), Niccolò Fornabaio (scacciapensieri, batteria, woodblock, vibroslap), Giulia Galliani (cori voodoo), Mikey Kenney (fiddle), Andrea Lamacchia (contrabbasso), Luca Latini (cori voodoo), Mirco Mariani (batteria, gong, timpani, cori), Gegè Munari (charleston),Mauro “Otto” Ottolini (trombone, bombardino, tromba bassa, sousaphone), Piero Perelli (grancassa, piatti, congas, percussioni), Vincenzo Vasi (theremin, marimba, kalimba, percussioni, basso elettrico, giocattoli, glockenspiel, voce gorilla, effetti giungla, vibrafono, tamburello, cori), Marc Ribot (chitarre elettriche), Irene Sciacovelli (cori), ​​​​​Stefano Semprini (fagotto), Sorelle Marinetti (cori), Alessandro “Asso” Stefana (basso elettrico, chitarra elettrica, charango, banjo, campane, field recordings, balalaika, pianoforte, marimba, cori), Achille Succi (sax contralto, clarinetto, clarinetto basso, cori), Raffaele Tiseo (celesta, organo, mellotron, violini, clavicembalo, tin whistle, effetti speciali), Claudio Tosi (cori voodoo), Michele Vignali (sax tenore, sax baritono, flauto traverso, cori), Glauco Zuppiroli (contrabbasso, cori).

 

Etichetta: La Cùpa, Warner Music Italy

 

Presentazione: 26 ottobre 2024, Teatro Splendor di Aosta

 

Grafiche: Jacopo Leone (Aussi Etc), Federica Italiano (Yuki Creative Studio)

Natale Fuori Orario

Data di pubblicazione: 25 novembre 2024

 

Distribuzione: Cineteca di Bologna

 

Protagonisti: Vinicio Capossela, Christopher Wonder, Marco Cervetti, Franco Bassi, Donatello Racina

 

Produzione: La Cùpa srl e Verdiana srl, con la collaborazione di Emilia-Romagna Film Commission e International Music and Arts

 

In un mondo che ha perduto la festa, tre randagi, la Trinity - il cantante, il gigante e il mago - vanno sul luogo in cui hanno seppellito l’osso: il Fuori Orario, il luogo dove il tempo ordinario si dilatava e diventava quel “tempo fuori dal tempo” della festa del solstizio d’inverno, che nella civiltà occidentale ha preso il nome di Natale.

 

Il loro incontro è una celebrazione. Tra loro c’è un patto, una volta all’anno dovunque si trovino, e in qualsiasi condizione, dovranno riunirsi nel rito della trinity, una trinità che nulla ha di santo, se non la sacralità del rinnovamento del patto di amicizia.
Il luogo del rito è un rock club che per 25 anni, dal 1999 al 2024, è stato il tempio attorno al quale si è costruita una comunità che ha partecipato all’in lusio della festa.

 

Il tempio ora è vuoto e in abbandono. Il mondo è cambiato ed è sull’orlo della catastrofe imminente. C’è stata l’eclissi, il distanziamento sociale e poi le guerre. Per assistere a uno spettacolo è necessario dotarsi di visori. Il pubblico è rado e ognuno per conto proprio. Ognuno immagina per se stesso.

 

I tre protagonisti viaggiano su una vecchia auto che sul cofano porta la capsula crioconservante in cui è ibernato lo storico gestore del locale.
Davanti a un bidone ognuno dei tre racconta la propria storia, mentre il gestore da dentro la capsula termica inizia a dare segni di risveglio prima di essere portato via su un carretto da un irsuto folletto invernale.

 

Attratti dai bagliori, si avvicinano al fabbricato in abbandono e vengono colti dai flash back, dal riverbero dei fasti delle grandi nottate passate. Si sovrappongono immagini e canzoni di una quindicina di anni di spettacoli (dal 2008 al 2023) realmente girate nel locale da Gianfranco Firriolo.

 

I tre dapprima osservano il baluginio delle luci da fuori, attraverso le vetrate, poi si introducono nell’edificio. Due ceffi improbabili tentano di bloccare loro il passaggio, ma vengono neutralizzati dai poteri illusionistici del mago. Giunti infine alla antica consolle, vengono forniti di birra e visori da uno strano figuro dal nome La Muerte.

 

Una volta incapsulati nei grandi occhiali, ognuno cade preda dei ricordi. Scorrono i filmati amatoriali dei dopo concerti, dei balli in pista. Gli anni si confondono, i personaggi a stento si riconoscono per effetto del tempo. La malia del ricordo, lo struggimento per gli assenti che hanno abbandonato la terra, partiti per la grande tournée, e poi i frammenti dei ricordi, l’euforia e la malinconia dell’avvicendarsi delle feste finiscono per imbambolarli. Ognuno ricorda per conto suo e brancola ridicolo scalciando da solo nella pista.

 

A quel punto il gestore, Frankie La Luce, si risveglia (o viene risvegliato) e, indignato, si avventa sui tre per richiamarli alla vita, al dovere, al presente. Bisogna suonare! Il pubblico va comunque accontentato. Il pubblico che c’è, con quello che c’è.

 

Così, di fronte a pochi distanziati avventori, i cui corpi vengono letti da una camera termica, i tre, invecchiati e bolsi, tornano sul palco assieme ai musicisti, ma comunque pronti ad assolvere il rito della festa con il più classico dei jingle natalizi, quel Jingle bells che diventa Campanelle.

Note di regia

Il mese di Dicembre ha per Vinicio un valore particolare. È il mese in cui cade il suo anniversario e in cui si celebrano le feste, lo stare insieme. È un mese “sacro”.
Il botto finale però lo fa esplodere prima del 31, nei suoi ormai mitici concerti di Natale sul palco del bellissimo club Fuori Orario di Taneto (RE), in cui “gioca in casa”.
Nel 2007, quando ho iniziato ad immortalare questi magici eventi, il “rito” era già in corso da qualche anno, da lì in poi le edizioni e le registrazioni si sono susseguite.

 

Qualche Natale fa, in occasione delle riprese a porte chiuse del concerto “del coprifuoco”, così definito da Vinicio, rivedendo alcuni di quei vecchi video conservati nel mio cassetto, mi sono reso conto che quelle registrazioni possedevano un valore e che meritavano di essere in qualche modo riportate alla luce e condivise.

 

Vinicio intanto stava iniziando a progettare e incidere un album di canzoni per le feste e questa occasione ha contribuito a far nascere l’idea per un documentario che rendesse omaggio a quei repertori video.

 

Anche in questo lavoro, come nel mio precedente “La faccia della Terra”, ho provato ad uscire dalle convenzioni narrative.
Mi sono nuovamente posto il problema di come poter andar oltre la forma documentaristica classica, strutturata generalmente con interviste alternate ad un repertorio.

 

L’idea di base iniziale era quella di mettere in scena i contributi dei concerti in forma di ricordi evocati, attraverso un’ intervista di “finzione”: Vinicio anziano, nell’anno 2047, ad un’età in cui i propri ricordi diventano diamanti.

 

Vinicio ha successivamente arricchito il soggetto pensando al coinvolgimento dei suoi peggiori/migliori amici, sviluppando il tutto in una sorta di fanta roadmovie.
Da quel momento la sceneggiatura è ulteriormente cresciuta attraverso un rimbalzo di idee tra me e Vinicio. senza dubbio la fase più divertente in cui la prospettiva distopica dava carta bianca all’assurdo.

 

Ad esempio, un’opera in plexiglass dell’amico designer “Dum Dum” Stefanini (presente nel film nel ruolo di buttafuori) ha dato l’ispirazione e l’idea della capsula crio-conservante, che preserva il mitico gestore del club (Frankie la Luce, Franco Bassi, gestore del Fuori Orario anche nella realtà).

Co-protagonisti sono diventati oltre a Vinicio, il Gigante e il Mago, “the Trinity”, accompagnati dal Krampus Caregiver Donatello.

 

Nell’imminente non ben precisata catastrofe decidono di far compiere allo storico gestore un ultimo viaggio verso l’amato club, nella capsula caricata sul tetto dell’antica/futuristica Mercedes Benz.
La chiave narrativa del Docu-film è questa: I materiali d’archivio hanno ruolo di “ricordi” dei nostri anziani personaggi, rivissuti tramite flashback ma anche tramite medium tecnologici quali la realtà virtuale. Allo spettatore si presenta una continua alternanza fra sospensione dell’incredulità e “realta”. Le scene di fiction si alternano ai repertori “reali”.

 

Altra rottura degli schemi narrativi è la scelta di inserire a sorpresa in ciascuno dei tre monologhi dei momenti in cui i protagonisti si confidano direttamente allo spettatore.
Avviene la cosiddetta rottura della quarta parete: il condividere i propri pensieri e segreti con “sguardo in camera” , permette a chi guarda di fare quello step che da spettatore lo trasforma in partecipante.

 

Nei ricordi ci si può però rimanere imprigionati, tanto da non potersi più muovere. Nella sua voluta leggerezza il film sfiora ironicamente diverse tematiche molto serie e d’attualità:
le realtà virtuali e le loro indotte dipendenze , sempre più ostacolo al vivere con pienezza il presente.

 

Le catastrofi indotte dalla stupidità umana; il fenomeno crescente degli umani “crioconservati”; i Caregiver, sempre più indispensabili in un mondo di anziani, e poi soprattutto una riflessione sul rito delle feste e della musica “in presenza”, la loro funzione vitale anche in momenti di buio.

 

Il tono ironico del documentario è diretta estensione del linguaggio di Vinicio, in costante bilico tra il sentimentale e una spregiudicata ironia, tra delicatezza e visceralita.
Non posso infine fare a meno di menzionare uno dei miei film preferiti apertamente citati nel nostro lavoro: Fino alla fine del Mondo di Wenders, capolavoro assoluto.

 

Per la cinematografia delle sequenze di fiction “distopiche” ho avuto l’onore e il piacere di avvalermi del prezioso contributo del Maestro della Fotografia Luca Bigazzi.

 

Il “Documentario travestito da Film” è pronto. Buona visione
Gianfranco Firriolo

Backstage delle riprese di Natale fuori orario

Video a cura di Maristella Gusso. 

Presentazioni

Natale Fuori Orario ha visto alcune presentazioni alla presenza del regista e degli attori in alcuni cinema italiani. Oltre all'anteprima durante il Festival del Cinema di Roma, queste le date speciali: 

 

9 novembre 2024 / Firenze / Cinema La Compagnia 
all'interno del Festival dei Popoli 

11 novembre / Reggio Emilia / Cinema Rosebud

12 novembre / Parma / Teatro del Parco

15 novembre / Bologna / Cinema Modernissimo
all'interno del festival Visioni Mediterranee

18 novembre / Lioni (AV) / Cinema Nuovo

 

3 dicembre / Padova / Cinema Multiastra

6 dicembre / Milano / Cinema Anteo

12 dicembre / Milano / Cinema Beltrade

20 dicembre / Torino / Cinema Massimo

22 dicembre / Mantova / Cinema Mignon 

23 dicembre / Scandiano (RE) / Cinema Boiardo 

27 dicembre / Perugia / Cinema Post Modernissimo