Ballate per uomini e bestie

In attesa dell'uscita del nuovo disco «Ballate per uomini e bestie», pubblicato il 17 maggio 2019 da La Cùpa/Warner Music, Vinicio Capossela è partito per un mini tour dal titolo «Ballate per poveri Cristi», un viaggio folk tra Italia e America appesi alle corde di un trio di chitarre e pianoforte, sulle rotte dei “poveri cristi” che hanno passato le frontiere tra mondo rurale e città, tra uomo e  animale, tra vivi e morti.

La parola “cristiano” nel vocabolario popolare italiano non si riferisce solo alla condizione di credente, ma in generale a quella dell’essere umano; la si usa, soprattutto nel sud Italia, riferendosi all'uomo qualunque nell’atto di portare sulle spalle la propria croce quotidiana. È un “povero cristo” l’indigente, il dimenticato, lo sfortunato, l’abbandonato. In una società fondata sul profitto, il “povero cristo” è colui che resta escluso dalla ricchezza e dal capitale. Sono “poveri cristi” i migranti che premono alle frontiere. Sono state le braccia dei “poveri cristi” a costruire gli Stati Uniti d’America, come ci ricorda il romanzo “Christ in Concrete” scritto dall'italoamericano Pietro Di Donato nel 1939.

Sono dunque storie di “poveri cristi” quelle che Vinicio Capossela, accompagnato dai suoi musicisti (Alessandro "Asso" Stefana e Victor Herrero), ha cantato il 5 maggio al Kennedy Center di Washington, il 7 al Cliff Bell’s Club di Detroit e il 10 al Cervantes Institute di Chicago. 

Parte dei brani presentati sono tratti da «Canzoni della Cupa», progetto discografico del 2016 che si ispira al patrimonio folk italiano, con particolare riferimento all’opera di Matteo Salvatore, e ruota intorno a miti, leggende e storie della società contadina. Storie che affondano le proprie radici nel meridione italiano ma che ben rappresentano una tradizione popolare più universale, quella della civiltà della terra.

Accanto ai personaggi di «Canzoni della Cupa» faranno capolino “poveri cristi” di tutt’altra natura, protagonisti della ricchissima discografia di Capossela, come i naufraghi di «Santissima dei Naufragati», brano ispirato a «La ballata del vecchio marinaio» di Samuel Taylor Coleridge, l’Ulisse di «Dimmi Tiresia» e il cantore greco di «Aedo».

Chiudono il cerchio due canzoni, «Il Povero Cristo» e «Il testamento del porco», tratte appunto da “Ballate per uomini e bestie”, in uscita in Italia il 17 maggio 2019,  presentate live in anteprima mondiale in occasione del concerto di Washington.

Tra i brani che comporranno questo mosaico di storie non mancheranno canzoni d’amore e canzoni di festa. Canzoni d’amore, perché l’amore, come la morte, rende tutti fratelli nel languore, nella sofferenza, nel desiderio; nel sentirsi miserabili quando non si è ricambiati, nel subire l’assenza, la melancolia e la lontananza. Canzoni di festa perché la festa  sovverte  l’ordine del mondo, rende primi gli ultimi, dissipa l’accumulo e ci libera dalla ferrea dittatura della legge dell’utile.