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L'Indispensabile

I dischi non comprendono tutto. Molte delle cose scritte fino ad ora sono state realizzate in pubblico soltanto dal vivo, per radio, o per iscritto, perché questo permette di andare più facilmente al proprio tempo. La difficoltà di allestire una raccolta sta per me nella sua non contemporaneità, e del resto, in effetti, sono ancora vivo... Quando in seno alla casa discografica è nata l'esigenza di questa pubblicazione, non l'ho presa per niente bene, ho iniziato a toccarmi e fare scongiuri, insomma, la sentivo auspicabilmente piuttosto prematura, ma alla fine me ne sono fatto una ragione e, se proprio un'antologia deve uscire, mi sono detto, meglio che sia da vivi... Comunque adesso, per un mese, farò come quell'artista americana che recentemente a Venezia ha finto un suo funerale.

Per il resto, in questo genere di cose tutto sta nello scegliere un titolo. E ce ne erano diversi a disposizione... Tutto a 6.50, per esempio, suonava bene, ma il prezzo era sbagliato. Tutto poco e male, il mio preferito, purtroppo giudicato disfattista dagli editori. Oltre lo Zenith, suggeritomi da Vito, mio padre, Pugnali e parole, raccolta, eccesivamente autoreferenziale, o ancora A spasso nel tempo... fantascientifico, oppure Pezzi scelti, come in macelleria, col prezzo di ognuno indicato a fianco, troppo soggetto a controlli...

Ricorrendo a formule più universalmente riconosciute, The best of è stata subito scartata. Chi poteva giudicare che un pezzo era meglio di un altro? Poi in lingua inglese, così brutalmente... No. Un buon titolo poteva essere Grandes exitos, grandi successi, ma che in italiano ricorda anche grandi uscite: di spirito, di scena, grandi cadute... Un argomento interessante, ma che prestava il fianco a fraintendimenti, aggravati dal fatto che diverse persone ancora oggi hanno idea che il suddetto artista sia brasiliano, o latino americano... Perciò insomma si è giunti a una formula essenziale ed altezzosa, proprio come in fondo dev'essere una raccolta, perciò, signore e signori, ecco a voi L'indispensabile di Vinicio Capossela, o anche L'indispensabile Vinicio Capossela.

 

A voi la scelta!

 

In confidenza, detto in un orecchio, non ho nessuna inclinazione per questo genere di allestimenti, così ho preferito non occuparmene, non danneggiare e affidare la scelta al mio produttore Renzo Fantini, coadiuvato dall'amico, una leggenda del tutto personale, il D.J. radiofonico e di tutti i locali malfamati di Torino, signor Renato Striglia. Il signor Carlo Feltrinelli figura in qualità di Musical Adviser, in quanto è vero, per avvisarmi mi aveva avvisato! La veste grafica è frutto dell'opera di tre artisti... Il pittore Andrea Furlani, il grafico Francesco Nicoletti e la loro tutrice Francesca Leoncini. Essi hanno fatto in modo di mettere a disposizione del pubblico un vero e proprio disco oggetto, dato che i dischi, a differenza degli uomini e delle donne, non se la prendono ad essere trattati come tali. Un disco-oggetto tascabile, da portare in borsetta, come un portacipria, un portafoglio... Ad aprirlo si rivela come portaritratto, da comodino d'albergo. Al momento dell'acquisto contiene un ritratto fotografico dell'artista, ma esso può essere sostituito, da una vostra foto, o anche da uno specchietto. Così vi troverete di fronte a qualcosa di veramente indispensabile... Purtroppo non è stato possibile fabbricarlo in serie con lo specchio. Se volete, fatelo da voi.

 

L'indispensabile, il cui bisogno si faceva generalmente sentire, sarà pubblicato in altri Paesi europei, Francia, Germania e Spagna, e per questo motivo il libretto contiene i testi nelle tre lingue, escluso l'inglese, perché è troppo conosciuto. Per ultimo, l'antologia contiene un brano inedito. Inedito per modo di dire, in quanto si tratta di un brano del 1962 di Adriano Celentano, qui interpretato in omaggio a Vito, mio padre, e alla sua gran gioventù. Non è parso elegante aggiungere un vero brano inedito o addirittura due, a traino di un’antologia che non presenta novità nella sua composizione. Questo brano è piuttosto una curiosità ballabile, universale, buona per quando si spegne il sole, ricordandovi, che però, quando questo accade, è il momento in cui si accendono le stelle. È sempre buio, del resto, fino a che non si accende la luce! Buon ascolto.

Vinicio Capossela

 

 

Si è spento il sole

Questo pezzo, Si è spento il sole, una canzone incisa nel 1962 da un giovanissimo Celentano, e qui brano aggiunto dell'antologia L'Indispensabile, è dedicato a mio padre, Vito, alla sua grande gioventù, fatta di rughe e di fotografie con cose non sue... «Ecco, vedete, questo è mio padre con una macchina non sua, qui invece è con questa moto, non sua naturalmente, qui con una Vespa... E qui infine con una donna, carina, no, beh, non era sua...».

Un pezzo che dedico a tutti gli italosvizzeri di prima e seconda generazione, gli italobelgi, gli italogermani... Quelli che non hanno preso il transatlantico per finirla del tutto e andarsene in America. Hanno preso i treni, invece, a vagonate, e si sono sparsi nella piena del Deutsch Mark! L'umanità internazionale per la quale il vero linguaggio esotico è il tedesco... Le giacchette appese ai pollai di tutta Europa, quelli che non hanno avuto Al Capone e Frank Sinatra hanno avuto invece Adamo, Rocco Granata e Celentano. Ah, i Celentano! E non mi riferisco qui al noto artista, ma alla categoria dei «Celentani». 

Negli anni he ho incontrati a decine di mattacchioni di paese che si chiamavano, per tutti gli altri, Celentano: gente fuori squadro, fuori regola, uno cantava da sdraiato, l'altro ballava male, tutti spaiati, disaccoppiati... 

Questa è la loro canzone, la canzone di «Quelli erano giorni...». Vito, quando eravamo piccoli, di domenica guardava le fotografie della sua gran gioventù e canticchiava laconico Ah, quelli erano giorni... Te ne accorgerai - diceva - Verrà il giorno che toccherà pure a te...

Beh, adesso inizia a toccarmi, e un po' anche a voi, perciò buon ascolto.

A tutti quelli ai quali si è spento il sole, ricordando che quando il sole si spegne è sempre vero anche il suo contrario, e cioè che si possono finalmente accendere le stelle. 

Saluti,

Vinicio Capossela

Cliccare qui per leggere alcuni significativi stralci di interviste rilasciate da Capossela nel 2003 in merito all'album «L'Indispensabile» e non solo. Le interviste possono essere sia lette sia scaricate per la consultazione in formato Word.