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Notizie biografiche e non su Vinicio Capossela

Nasce ad Hannover 24 anni fa.

Inizia gli studi di musica nel '78 al conservatorio di Reggio E.

Nell'82 prime esperienze dal vivo con formazioni rock reggiane.

Nell'86 nasce il duo Blue Valentine, spettacolo proposto nei clubs e nei circoli del Nord Italia su canzoni di Waits, Weill, Piaf, Tenco.

In questo periodo nascono le prime canzoni che dall'88 in poi segneranno l'inizio dell'attività di cantautore perseguita sino ad oggi in locali di diversa formazione culturale. 

Lo spettacolo proposto attualmente lo vede accompagnato da Enrico Lazzarini al contrabbasso e Cesare Martinelli alla batteria. 

 

DOMANDA: Mi è sembrato di capire da un nostro precedente dialogo che non ti piace essere definito un cantautore, perché?

RISPOSTA: Ho sempre collegato la figura del cantautore ad un personaggio impegnato ideologicamente che rivolge più attenzione al testo rispetto alla musica: un'immagine stereotipata di chi è autore delle proprie canzoni in cui io non mi riconosco. La canzone, per me, è evocazione di immagini attraverso musica, parole e gestualità.

D: Nelle storie che narri si avverte sempre un fondo di malinconia. Nasce principalmente da una matrice autobiografica o piuttosto da una sensazine più generale che riguarda tutti?

R: La malinconia nelle mie canzoni nasce da un malessere personale che però fa parte dell'intimo di tutti. In fondo ognuno ha già sofferto per amore, si è già sentito solo, ha avuto voglia di fuggire dal suo piccolo mondo per andare a New York, si è ubriacato, ha provato a bruciare con un po' di grandeur. Ma in tutto questo c'è sempre euforia e amore per la vita.

D: Nelle musiche si respira un po' di jazz, ma anche tango e canzone. A cosa ti senti più vicino?
R: Non seguo un genere preciso, mi piace la personalità della vecchia canzone napoletana, lo struggimento del tango argentino e il ritmo notturno del jazz.

Mi sento vicino a Tenco e Conte, ammiro Waits e Piazzolla.

 

RECAPITO

Via Martiri di Cervarolo 98/A, REGGIO EMILIA. Te 0522/420164

Gli inizi

Tutto cominciò il 23 dicembre del 1989. Renzo Fantini stava giocando a biliardo, in perfetta solitudine, nel suo ufficio bolognese ascoltando una cassetta che gli era arrivata da qualche giorno. Ad un certo punto comparvero con sagoma non proprio filiforme Peppe Caporale e Vincenzo Mollica. Senza perdersi in troppi convenevoli, Fantini disse: «Ascoltate questo ragazzo, sono due giorni che sento le sue canzoni, mi piacciono molto». Caporale e Mollica espressero giudizi entusiasti... Fantini tagliò corto: «Avevo già deciso di produrlo e fargli fare il primo disco, forse sarà meglio che lo avverta».

 

È nata così l'avventura discografica di Vinicio Capossela, nato nel 1965 ad Hannover in Germania, da genitori campani che sul finire degli anni Sessanta si trasferiscono a Reggio Emilia. Nella storia musicale di questo artista ci sono due anni di conservatorio e poi lezioni sporadiche con un pianista jazz. Vinicio Capossela ha cominciato a scrivere canzoni nel 1988, data in cui suonava in piccoli locali intrattenendo i clienti. Nell'ottobre del 1990 esce il suo primo disco All'una e trentacinque circa che viene presentato con successo alla Rassegna della canzone d'autore organizzata dal Club Tenco. In quell'occasione, nel corso della conferenza stampa di presentazione, venne fuori anche una vena comica che consentì a Vinicio di affrontare brillantemente i giornalisti. Il disco si è posto subito all'attenzione del pubblico più attento. I riferimenti più ricorrenti e fin troppo scontati vanno da Tom Waits a Paolo Conte, ma in realtà Vinicio Capossela è riuscito con originalità, ma soprattutto con uno stile già maturo, a raccontare con grande suggestione le sue storie e il suo mondo di naufrago metropolitano la cui linea di orizzonte è fatta di ironia e malinconia.

 

Particolarmente efficaci sono i testi che preferiscono dialogare con la sincerità e qualche briciola di verità, magari catturata senza troppa convinzione, piuttosto che con le banalità canzonettistiche. Una menzione particolare meritano gli arrangiamenti di Antonio Marangolo, che ha saputo creare un'intensa magia notturna che è poi l'atmosfera naturale per queste canzoni. Dal disco, pubblicato dalla CGD, sono stati tratti due video: All'una e trentacinque circa e Scivola vai via

 

Vincenzo Mollica